AI & Open Innovation: sfide e opportunità per integrare l'AI nei processi d’innovazione
2310 segments
Allora, buonasera a tutti, ben
bentrovati.
È un piacere avervi qui con noi per il
terzo appuntamento
del ciclo di webinar dell'Osservatorio
Open Innovation Lookout. Abbiamo visto
nei primi due appuntamenti, diciamo,
approfondimenti dedicati a alcune delle
tematiche maggiormente rilevanti per il
mondo dell'innovazione, dell'open
innovation. ehm diciamo condivise poi
chiaramente con le aziende
dell'Osservatorio. Abbiamo parlato di
venture building, venture clienting e
oggi il nostro appuntamento invece si
focalizzerà su quello che è ehm
l'interazione tra il mondo
dell'artificial intelligence e i
processi di innovazione e open
innovation, cercando di andare ad
analizzare insieme ai nostri ospiti
quelle che sono le sfide e le
opportunità per cercare di integrare
l'intelligenza artificiale all'interno
di quello che è il mondo della gestione
dell'innovazione.
Il nostro
appuntamento di oggi, diciamo, prevede
una serie di interventi, diciamo, da
parte di keyot speaker e partner della
ricerca. Insieme a me oggi c'è Stefano
Mizio che è il general manager del
nostro gruppo di ricerca Innovation
Strategy e Family Business col quale
modereremo l'evento di oggi. Avremo poi
un primo intervento da parte di Andrea
Durante, CFI Strategy Officer di Eldor
Corporation, che porterà, se vogliamo,
una prospettiva più business e sarà poi
invece seguito da la prospettiva invece
più accademica che ci verrà condivisa
invece da Letizia Mortara, Associate
Professor in Technology Management at
the Department of Engineering
dell'Università di Cambridge. Avremo
poi, diciamo, in chiusura
di questo evento invece un panel con i
partner della dell'ossvatorio e nello
specifico oggi ci sarà con noi Caterina
Crippa, eccosistem e Scouting Manager di
A2A e Carlo Consoli, AI di DOS Design.
L'obiettivo per noi è non tanto quello
di dare delle risposte diciamo precise,
ma più di portarvi diverse prospettive
rispetto appunto a come il tema delle AI
sta entrando all'interno di quelle che
sono le sfide dell'innovazione, sia da
un punto di vista di quello che, se
vogliamo, è il mondo della ricerca e
dell'accademia, eh che poi chiaramente
il mondo il mondo business. Ehm,
Stefano, se sei d'accordo, aprirei
subito, diciamo, i lavori, lascerei a te
la parola per introdurre il nostro primo
ospite.
>> Grazie, Francesca, buonasera a tutti. A
me il compito di introdurre Andrea
Durante che che ringrazio. Andrea, come
appunto ci ricordava Francesca, ha un
ruolo importante, no, è il chief, high
officer, no, di Eldor Corporation. La la
prospettiva di Andrea è la prospettiva
chiaramente di chi quotidianamente vede
in che modo le hai, e in particolare la
generative hai e poi, diciamo,
unevoluzioni con gli agenti che hai
stanno entrando, diciamo, con
prepotenza, sarei dire, no? nei nei
processi in particolare nei negli nei
processi di innovazione delle aziende.
Quindi Andrea, diciamo, eh ci porterà
questo contributo Andrea e appunto e e
il Caio, che questa questa sigla che,
come dire, individa, no, il job title
che individua questa figura e leggevo
recentemente che in realtà in Italia è
un numero che varia tra il 20 e il 25%
delle medie grandi aziende hanno hanno
questa figura, quindi è una figura che
sta entrando, diciamo, nel negli
organigrammi delle aziende, quindi anche
questo per, come dire, racconta in
qualche modo l'importanza che oggi lei
hai ha nella nei processi nei processi
di innovazione. Andrea, aggiungo, ci
conosciamo un po' da da qualche anno e
ehm
credo che gli mostri anche quello che
come che si dice life long learning
perché Andrea oltre a ricoprire questo
importante incarico e avere più di 20
anni esperienza ventennale nell'ambito
dell'innovazione, diciamo, della
strategia sta anche conseguendo un un
PhD, un executive PhD in Artificial
Intelligent presso il Politecnico di
Milano e direi che questa è anche, come
dire, quindi Andrea, come completa anche
da con questo tuo percorso di studi, no?
Porta una prospettiva un'altra
prospettiva sul mondo delle hai e in
particolare, no, il tema il tema
dell'etica, il tema, no, di come Leai
oggi, diciamo, abbia la necessità di,
come dire, rientrare all'interno di di
una di un di un di un framework più
ampio, no, che valuti anche gli aspetti,
no, l'impatto che che può avere avrà
sulla società, diciamo, e sui nostri
sistemi sociali. che credo che sia
importante. Quindi devo dire che eh ehm
Andrea è veramente una persona con una
visione completa. Non voglio togliere
altro tempo, direi passo direttamente la
parola a Andrea in modo che abbia modo
di raccontarci quella che è la sua la
sua visione e la sua esperienza. Andrea,
a te.
>> Grazie Stefano. Grazie Francesca per
l'invito.
Condivido.
>> Si vede?
>> Sì.
Perfetto. Allora, eh grazie dell'invito
e
quando mi avete chiesto di partecipare a
questo webinar ho accettato con piacere
perché sono sia l'innovazione che la
parte intelligenza artificiale sono due
temi che mi appassionano, sono il mio
lavoro e e penso siano molto importante
anche per la società. Ehm, porto
un'esperienza aziendale e anche un po'
di ricerca, come dicevi, per il
dottorato in etica, intelligenza
artificiale. Ehm, non entrerò
nell'estremo dettaglio, ma cercherò
attraverso l'esperienza che abbiamo
avuto in questi in questi anni di
raccontare un po' quali sono le sfide
dell'intelligenza artificiale. Ehm, e ho
voluto usare tre parole: evoluzione,
velocità e cambiamento. Adesso vedremo
perché. Partiamo dal da un caso
concreto. Il caso concreto è quello di
Eldor. Eldor è un'azienda Como, ormai
una multinazionale, leader nel settore
automotive, è un family business. Mh, in
questo momento siamo circa 2800 persone,
12 per il mondo. Ehm, eh,
i prodotti Eldor equipaggiano circa 400
milioni di veicoli nel mondo. Però la
cosa bella di Eldor è un po'
l'evoluzione che ha avuto, che è un po'
poi il tema eh di oggi. Scusate,
>> ora ci scusiamo diciamo per questo
inconveniente, ma direi che partiamo al
contrario. Quindi parliamo partiamo
dalla prospettiva
accademica. Con noi oggi c'è Letizia
Mortara che, come dicevo, è associate
professor presso l'Università di di
Cambridge dove coordina il gruppo di
ricerca Decision Making for emerging
Technology. Eh, la ricerca di Letizia da
diversi anni si concentra su quello che
è il processo decisionale tecnologico
con l'obiettivo di cercare, diciamo, di
comprendere, no, come eh può adattarsi e
come può evolvere la risposta
organizzativa nei contesti tecnologici e
di innovazione. E l'idea, chiaramente, è
quella di portarvi oggi la prospettiva
di Letizia e del suo team che stanno,
diciamo, analizzando anche come gli
strumenti di AI possono entrare
all'interno di quello che sono i
processi di decision making e per
condividere un pochino quelle che sono,
diciamo, le prime considerazioni che
stanno emergendo dal lavoro di di
Letizia.
Eh, lascerei a questo punto la parola a
Letizia per raccontarci un po' eh,
diciamo, il lavoro del del suo team eh e
condividere un pochino quello che è la
sua prospettiva rispetto a come è
possibile migliorare i processi di
innovazione attraverso l'AI e nello
specifico eh quali sono le sfide da
affrontare, i framework che si possono
utilizzare.
>> Grazie Francesca dell'introduzione e
buon pomeriggio. Buon buona serata a
tutti. Grazie per l'invito e sono
anch'io molto contenta di essere qui. Mi
dispiace per quello che è successo ad
Andrea e spero che non succeda anche a
me. Ehm, come diceva Francesca, eh mi
piace l'idea di magari discutere con voi
ehm qualche idea del lavoro che stiamo
facendo. Quindi, come ha detto
Francesca, il mio lavoro di solito è
sempre stato agnostico, cioè abbiamo
lavorato su tante tecnologie, non è che
il nostro lavoro si specific si si,
scusate, ogni tanto mi scappa l'inglese.
Ehm si si ehm praticamente si concentri
sempre su una tecnologia, ma questa è
una tecnologia particolarmente
intrigante che che starà che cambia le
cose, cambierà le cose nel futuro. E
quello che ho deciso di
di dire, diciamo, sono due punti. Il
primo è magari riflettere assieme su un
framework che abbiamo
messo assieme con i con i miei colleghi
e studenti e per cercare di interpretare
eh
come le l'intelligenza artificiale si
possa integrare e e magari quali sono le
dimensioni sulle quali possiamo
ragionare nel nell'introduzione delle
AIE. E secondo punto è appunto pensare
alla valutazione di quello che succede
una volta che l'abbiamo inserita, per
cui eh discutere l'adozione e la
valutazione di quello che che è il
risultato dell'inserimento dell'AI e eh
praticamente la cosa che diciamo ci sta
a cuore che al mio gruppo sta a cuore di
più è capire come ci stiamo adattando,
come stiamo adattando le aziende, come
stiamo adattando i processi ehm
manageriali e e come facciamo le cose in
maniera diversa una volta che abbiamo
l'AI a disposizione.
Diciamo che se uno si guarda un po' in
giro al giorno d'oggi c'è un un tipo di
AI per tutti i gusti e questo è
praticamente un po' uno scherzo in
inglese, un gioco di parole perché
questa particolare questo particolare
esempio eh food pairing eh un tipo di AI
che eh è stato m inventato per aiutare
gli a creare delle formulazioni eh di
gusti differenti. Quindi, se uno ha
l'ambizione di diventare uno chef
stellato o comunque attrarre una una
clientela particolare, eh si può al
giorno d'oggi avvalere di strumenti come
quelli di AI. Questo tipo di servizio è
anche un servizio che può essere
interessante ad aziende che mh creano eh
nuovi prodotti in un campo eh quella
l'azienda ehm eh che lavora in un campo
come eh il food, quindi ehm nella
nell'agribiness o comunque nel nella
filiera ehm eh del food e si trova anche
in una condizione in cui l'innovazione è
una cosa un po' difficile, anche perché
eh diciamo diciamo il è difficile creare
grandi numeri, insomma, attorno ad un
nuovo prodotto. Quindi questa questa
food pairing si propone come come un
aiuto per creare queste queste nuove
formulazioni. Questo è già è solo un
esempio. Se uno si guarda intorno ci
sono molti molti esempi di aziende che
si propongono come
AI provider di vario tipo. Come possiamo
pensare all'introduzione dell'AI nei
nostri processi decisionali che possono
essere relativi all'open innovation o
altri tipi di
processi decisionali, come per esempio
dobbiamo investire in questa tecnologia,
dobbiamo cambiare la nostra strategia.
ci sono diversi tipi di decisioni che
possiamo prendere e quindi ehm una delle
dimensioni che vogliamo eh considerare è
proprio e che tipo di decisione andiamo
a prendere. La seconda è eh chi nel
processo decisionale prenderà queste
decisioni, sarà l'ai o sarà l'uomo, o
saranno entrambe in collaborazione e il
terzo è dove nel processo decisionale
andiamo ad inserire questo questo nuovo
strumento. Adesso ve li vi parlo un po'
una alla volta di tutti questi di queste
dimensioni. Quindi quale tipo di
decisione? Ci sono vari tipi di di
framework, però possiamo pensare ai tipi
di decisionim
nel contesto di quanto quanta incertezza
ci sia attorno alle decisioni. c'è una
ehm eh framework eh di piuttosto usato
nel management in cui praticamente si eh
lo spettro decisionale parte dalla bassa
incertezza, dove per esempio se noi
facciamo una somma semplice 2 + 2 la
somma è 4, possiamo ottenere solo un
risultato da questa semplice semplice eh
semplice calcolo. Ci sono delle
decisioni che man mano le creiamo,
alziamo la complessità hanno talmente
tanta incertezza da non possiamo neanche
attribuire una probabilità a un
risultato nella nostra nel nel risultato
della nostra decisione. Non sappiamo se
è probabile che qualcosa succeda oppure
no. Quindi le decisioni non sono tutte
uguali e quindi chiaramente se andiamo a
inserire l'AI dobbiamo considerare come
queste vengano ehm eh inserite. Insomma,
se andiamo, per esempio, a lavorare su
un processo manifatturiero o un processo
di operations,
molte AI stanno cercando di, per
esempio, eh simulare e vedere come la
relazione tra i suppliers e i buyers si
possa ottimizzare e e nonostante sia un
problema molto complesso, questo tipo di
problemi è sempre un po' meno complesso,
meno suscettibile di un certe certezze
rispetto a quelli più strategici. Non so
se vedete il mio cursore, lo sto
muovendo sulla sulla figura. Sì, mi
state dicendo di sì. Bene. Eh, un altro
punto di vista è possiamo eh diciamo
comprendere se
il risultato di questa decisione è
giusto o sbagliato. In alcuni casi sì,
in alcuni casi no. Per cui eh ci sono eh
decisioni più eh intellective dove
appunto come l'esempio stupido che ho
fatto prima, 2 + 2 fa 4, possiamo
chiaramente capire se abbiamo ottenuto
un risultato giusto oppure no. Altre
decisioni dove non abbiamo il counter
factual e non abbiamo modo di capire se
la decisione il risultato è stato quello
giusto oppure no. eh ehm ehm eh se se
lei hai ci ha detto la cosa giusta, fare
la cosa giusta e e quindi ci sono
veramente molte decisioni. Quindi una
una considerazione è in questo ambito.
Ci sono ehm secondo ambito è appunto
vedere eh l'entità che eh deleghiamo a
cui deleghiamo la decisione. molti
processi decisionali hanno praticamente
fanno capo agli uomini, alle
organizzazioni, quindi a
questo
lato dello spettro. Invece eh molte
volte ci si preoccupa particolarmente
del dell'automazione completa doveè la
che prenderà tutte le decisioni. Quindi
l'altro lato dello spettro e dove l'uomo
viene sostituito completamente da un
un'intelligenza artificiale. La maggior
parte delle
situazioni in cui andiamo a lavorare con
lei al giorno d'oggi in realtà si trova
nell nello spettro medio dove andiamo ad
augmentare il nostro il nostro lavoro
con questo strumento e situazioni
diverse accadono
a seconda del del grado di di
interazione che abbiamo con le AI e Il
terzo punto lo voglio illustrare con un
esempio, anche questo banale, però
insomma è per me abbastanza
chiarificante il fatto che le decisioni
non accadono mai
indipendentemente una dall'altra. è
difficile che nelle aziende o processi
di innovazione una decisione sia una
singola decisione. Molte volte eh si
tratta di un processo decisionale molto
completo. Per esempio, se prendiamo il
mio ehm
fedele robottino aspirapolvere
domestico, questo robottino deve
prendere le decisioni in autonomia. Per
esempio, quante volte sbatto la testa
contro il muro prima di girarmi? O eh in
che direzione mi devo girare dopo aver
sbattuto la testa? Eh devo tornare
indietro a farmi ricaricare perché sono
abbastanza scarico oppure no? Oppure
devo mangiare quel cavo che Letizia si è
scordata sulla eh in giro? E devo dire
la verità che la risposta di
quest'ultima domanda è sempre sì. Qui ci
sono varie dimostrazioni di come ho
trovato il mio robot eh incastrato in
varie posizioni, però vedete che qua c'è
un'autonomia, il robottino lavora in
autonomia, prende delle decisioni, ma in
realtà del quella decisione non sono in
isolamento, ci sono delle decisioni che
ho dovuto prendere io e dovuto inserire
nel processo decisionale per dire "Ok,
io voglio che tu eh spazzi eh per
esempio adesso Adesso vedo che mi è mi è
caduto qualcosa, viene a raccogliere
oppure ogni tre giorni. Quindi c'è una
Letizia che prende delle decisioni e c'è
un robot che prende delle decisioni,
sono concatenate. Possiamo pensare a un
mondo in cui, per esempio, io mi sposto
ancora di più, se il robottino è più
sofisticato e si può allargare a
decidere eh anche quando eh mettersi in
moto e spazzare. Io devo solo decidere
qual è il livello di pulizia che mi si
confà, che che che desidero. E si può
pensare ad un mondo, appunto, quando
andiamo verso l'automazione completa
dove il robottino è in grado di capire
intuitivamente qual è la mia preferenza
di pulizia. E vediamo che se inseriamo
in tutto questo processo decisionale eh
il il robottino, possiamo decidere che
porzione e la l'AI ha preso delle
decisioni per me. Eh ora, perché vi dico
tutto questo? Perché in realtà anche
nell'innovazione
colleghi che hanno lavorato su
sull'inserzione delle possibilità delle
possibilità che ci sono per inserire
l'intelligenza artificiale nei processi
di innovazione la vede un po' come come
la vedo io. Cioè da un lato è vedere se
vedete l'asse orizzontale, adesso
riprovo. Sì, l'asse orizzontale dice che
funzioni può avere
l'intelligenza artificiale in un
processo di open innovation, quello di
mappare o di coordinare o di controllare
che sono attività tipiche che dobbiamo
fare come parte della del della
creazione di queste collaborazioni
esterne e dall'altro è in che fase nel
processo di open innovation inseriamo
l'artificial intelligence e come vedete
è emersa qui una una mappatura
abbastanza eh ampia delle varie
caratteristiche eh del lavoro che
l'artificial intelligence può fare per
l'open innovation e praticamente essere
abbastanza chiari nella creazione di
questo ehm eh
di questo questa mappatura mentale di
come usiamo l'AI è ciò che secondo me eh
va fatto nel senso che capire le le
funzionalità delle AIE, capire i suoi
limiti oggi, chiaramente è una cosa che
sta evolvendo molto in fretta, ma
cercare di capire quale ruolo vogliamo
attribuire a questo strumento
interessante con cui lavoriamo. E come
dicevo, ci sono tante opportunità di
scelta. per esempio, eh parte della
ricerca del eh delle opportunità, dei
trend che esistono in che stanno
emergendo, per esempio, a livello di
nuove tecnologie, c'è un lavoro di
intelligence tipicamente che le aziende
devono fare e aziende come Amplify che
che vi riporto qui propone dei sistemi
di artificial intelligence per aiutare
coloro che devono prendere questo tipo
di decisione, quindi a creare gli
insight, a capire i new trends, a
cercare di identificare
partners, a tenere monitorato un certo
ambiente tecnologico o di marketing per
capire come sta evolvendosi per poi
lavorarci dietro e quindi eh in questa
mappatura si può dire "Ok, a noi
interessa un AI, torno indietro un
attimo come un come scout e che ci mappi
il il territorio". e quindi trovare l'AI
che sia ehm eh diciamo il buon match, il
la combinazione giusta per noi. Ci sono
altri tipi di AI, questo è un altro
esempio. è un'azienda
qua di Cambridge che ha
mappa la come si dice il foresite di
come ehm le materie prime varieranno in
prezzi e in disponibilità. Quindi cerca
di anticipare in questo caso eh il il
futuro e cercando e basandosi su ciò che
sa dei modelli passati, cercare di
aiutare le aziende a fare delle scelte
specifiche su quando eh per esempio ehm
comprare eh se uno è un'azienda di di
cioccolato, eh magari il cacao, che è
una di quelle risorse un po' eh diciamo
ballerine dal punto di vista della
disponibilità e trovare il momento
giusto
per approvvigionarsi e le risorse dove
sono al momento più convenienti. E
quindi questo vi rendete conto che è un
modello diverso rispetto a quello
precedente del del dell'amplify. Qua
andiamo a cercare di capire, di fare
previsioni e utilizzare uno strumento
per ehm aiutarci a creare delle eh degli
sweet spots per per comprare eh le
materie prime. E in tutta questa
confusione eh queste possibilità e
quindi la varietà di EA è abbastanza
elevata. Eh, abbiamo fatto un pochino di
lavoro qualche mh un paio d'anni fa,
abbiamo cominciato già e a cercare di
capire come questo eh lavoro di trovare
eh l'AI giusta per noi sta cambiando le
cose e quindi eh abbiamo fatto una
piccola revisione di vari tipi di di
aiuti decisionali, non solo Ei, però
abbiamo cercato di capire come stanno
cambiando l'adozione.
la, diciamo, la valutazione di quello
che lei ha fa e come ci stiamo
adattando. Diciamo questo quadrato è
quello che a noi sta un pochino più a
cuore. Eh, una piccola parola riguardo
al giudizio su quello che l'artificial
intelligence ci dà. Eh, una una cosa che
è emersa qua abbastanza chiaramente è
quando è l'integrazione del del della
dell'intelligenza artificiale la la cosa
giusta per noi. Per esempio, in molti
studi, molti proponenti delle AI dicono
è uno strumento che ci aiuterà a
diventare meno biased, meno ehm
diciamo
affetti da da da dei modelli mentali che
che ci distorcono eh da da fare la
scelta giusta. Ecco, nei casi che
abbiamo studiato, quello che è venuto
fuori è che è vero e e magari abbiamo
l'ambizione di fare le cose in una
maniera meno affetta da problemi
cognitivi, però non è sempre meglio
perché non so, l'immagine non mi sta
venendo fuori. Eccola qua.
Per esempio, alcuni stanno pensando di
creare delle interfacce per fare
selezione di personale migliore e questo
è una un esempio in cui si usa, per
esempio, un proxy, un robot per cercare
di nascondere eh chi che fa ehm la come
si dice eh la chi assume il personale e
chi è chi va alle interviste per cercare
di evitare che ci siano delle eh
preferenze
dovute a come uno appare, come uno
parla. Ecco, quello che può venire fuori
è anche quello che accade dopo. Cosa
succede se andiamo a per esempio ad
assumere eh persone che poi si
troveranno molto male nel nostro nel
nostro contesto. Quindi il l'uso dello
strumento, questo è è un esempio
esagerato che ho portato, ma per far
capire che magari alcune ambizioni che
attribuiamo alle AI hanno poi delle
conseguenze nel resto dei nostri
processi e se non siamo pronti ehm e
farsi aiutare in un senso magari non è
la cosa ideale ancora. Eh, la secondo il
secondo punto, l'animazione è venuta
fuori ehm non come l'avevo pensata, ma è
lo stesso. Ci sono queste due frasi che
ho messo e perché tante decisioni che
prendiamo eh hanno delle conseguenze m
più modeste di altre. Per esempio, se
usiamo le l'artificial intelligence per
capire come si sta spostando una
un trend, una situazione, questa è una
cosa del tutto esplorativa. È un po'
come andare a studiare una galassia. il
nostro risultato ottenuto con l'AI non
va a cambiare come la galassia si sta
muovendo o sta cambiando, quindi ehm eh
decisioni esplorative, quindi l'EI ci dà
molta possibilità di trovare cose nuove
che noi non conosciamo grazie appunto
all'analisi di dati che non possiamo
fare con le nostre tradizionali
competenze. È una cosa molto
attraente. Se però andiamo a applicare i
sistemi di intelligenza artificiale,
situazioni complesse di cui non abbiamo
completamente il controllo, ma in cui
magari la decisione, se è presa sulla
base di una decisione di intelligenza
artificiale va a cambiare il sistema.
abbiamo eh andiamo incontro ad una serie
di eh cambiamenti eh dei quali non
possiamo avere controllo. Se pensiamo a
quanti conseguenze ha avuto, per
esempio, la la crisi del 2008, dove
abbiamo avuto
hedge funds che sono hanno causato,
insomma, il collasso dell'economia
mondiale per alcuni mesi, eh, e
all'epoca si usavano dei modelli, ma non
ancora così sofisticati. Se andiamo a
considerare questo tipo di di di
situazioni, quando c'è una
concatenazione di eh decisioni e alcune
delle quali vanno a cambiare i nostri
sistemi, se inseriamo un artificial
intelligence che non capiamo perché al
momento eh è siamo ancora agli albori di
capire come queste questi strumenti
siano utile, quali modelli e come i
modelli siano fatti, insomma, perché
sono ancora derivati da dati che sono
probabilmente parziali, andiamo a creare
delle conseguenze nel lungo termine.
Quindi, in questo caso, dobbiamo
avvalerci di un forte
sistema etico e di regolamentazione che
possa prevenire la creazione di problemi
a lungo raggio.
Per quanto riguarda l'adozione, questo
direi che mi sembra di guardare che sia
l'ultima slide, quindi lascio poi la
parola ad Andrea che che ci porterà
degli esempi più più concreti.
La cosa interessante è il fatto che ci
stiamo adattando e
tutti stiamo più o meno adottando uno di
questi strumenti perché ormai è parte di
molti servizi che a cui a cui noi siamo
ormai completamente a suoi fatti e ma
non siamo gli unici ad utilizzarla.
Cioè, se andiamo a guardare la la
proposition, la la diciamo il valore
aggiunto che ci può dare un AI per
trovare un gusto speciale, è come non
siamo gli unici a farlo e quindi
probabilmente molto ehm facilmente
dobbiamo capire come possiamo
differenziarci dal dagli altre dalle
altre organizzazioni, come sta cambiando
il ehm il il gioco delle parti nel nel
nell'impianto tanto competitivo. Ehm,
come possiamo ottenere questa, diciamo,
cosa unica che possiamo fare se tutti
hanno gli stessi strumenti, quindi ci
stiamo diversificando in una maniera msa
quella che siamo abituati a a conoscere.
Ehm,
un'altra cosa è come gli individui si
stanno abituando a utilizzare eh questi
strumenti. C'è paura, c'è diffidenza,
c'è eh cambio di processi, cambio di
ruoli e soprattutto come andiamo a
controllare quello che viene fuori dal
dalle EAI. Molte molte volte noi stiamo
lavorando molto con quelli che usano
l'intelligenza artificiale, per esempio,
per capire i trend e e interpretare,
insomma, i segnali che vengono da dal
diverse fonti. Ecco, ehm come si può
prendere una decisione sulla base di di
quello che che fa l'AI. possiamo
controllare gli input per un c in certi
casi, ma se non non siamo in grado di
capire come l'intelligenza artificiale
stia ragionando, eh come facciamo a a a
fidarci di quello che che ci dice e
andare avanti con le nostre decisioni?
Quindi questo è un altro aspetto di cui
ci stiamo occupando e ehm di l'altra
cosa, come dicevo prima, che ci sono
vari tipi di e prima ehm Stefano stava
dicendo generative AI versus analytical
AI, sono piuttosto differenti nel come
eh come le dobbiamo considerare. Quindi
il generative AI è è una cosa che è
quello che che ci ha più sconvolti,
diciamo. Molte forme di analitica AI,
però sono molto ehm potenti e e per
esempio stanno
venendo utilizzate per individuare nuove
nuove forme di medicine di di
antibiotici. E quindi quale tipo di AI
andiamo a parlare? spesso volentieri
parliamo come in questo talk abbiamo
messo l'intelligenza artificiale, ma in
realtà dovremmo diventare molto più
specialisti nella nostra discussione.
Ehm e l'ultimo punto è abbiamo le
risorse giuste e le conoscenze per eh
capire come
eh controllare, gestire e cambiare i
processi sulla base dell'AI. Molti di
noi sono venuti ehm ci noi ci siamo
trovati di fronte a questi strumenti
senza essere stati parte della
costruzione, quindi dal punto di vista
dell'educazione che abbiamo, ci troviamo
di fronte ad un pacchetto già fatto e il
controllo di delle skills e delle
competenze, la creazione di queste
skills e competenze è un problema,
diciamo, piuttosto grosso che riguarda
sia le aziende che le università che,
diciamo, la società eh al completo e
quindi c'è tanto lavoro da fare ed è un
mondo molto eh entusiasmante che abbiamo
di fronte. Non so se vi ho portato
avanti ehm
dei dei concetti che perché ho non ho
molto feedback rispetto a quando ne
parlo con le persone a tu per tu, però
spenso penso spero che siano state dei
delle idee interessanti e se volete eh
mettervi in contatto questo è il mio eh
sito, insomma, se le mie i miei i miei
eh dettagli.
Grazie, grazie Letizia anche un po' per
la prospettiva, no, legata chiaramente
al tema del decision making, se
vogliamo, era anche un po' l'idea di
spaziare, no, rispetto a l'applicazione
dell'AI all'interno di quelli che
chiaramente sono in primis i processi
decisionali e poi chiaramente i processi
di innovazione. Ehm, passerei a questo
punto, Stefano, la parola ad Andrea, eh,
e poi ci ritroviamo magari nella parte
finale di Q&A.
Su questo invito anche i nostri
partecipanti, qualora aveste delle
domande o delle riflessioni per i nostri
speaker, di inserirle già in chat in
modo tale che poi questo ci aiuta nella
parte di facilitazione finale.
Vediamo il tuo schermo Andrea.
>> Ecco, adesso funziona.
>> Tirano le slide. Perfetto.
>> Grazie a tutto. Grazie Letizia anche per
quello che hai detto. Ci hai toccato
tanti temi importanti fra cui
principalmente quello dell'adattamento,
dell'adattabilità. Quindi, come dicevo
prima, eh quello che vorrei fare questa
sera è quella di ehm leggere
l'intelligenza artificiale, l'open
innovation dalla luce di un manager, di
un'impresa, eh vedendo anche il percorso
che si fa nella nell'adottare
intelligenza artificiale per l'open
innovation, degli errori che si fanno
come se è un po' tutto un divenire ma un
dove serve una una buona dose di
progettualità. Ehm, come dicevo prima,
il Dor Corporation, un azienda di Como,
una multinazionale,
siamo circa 2800 persone nel mondo, 12
sedi Stati Uniti, Cina, Brasile,
Turchia,
Germania. Ehm la il caso di Eldor
Corporation è un family business molto
eh interessante perché ehm ha avuto la
capacità di di adattarsi, di evolversi
nel corso degli anni. Questa qua è una
timeline, si vedono gli ultimi 50 anni.
Eldor ha cominciato eh producendo radio
per le testate dei letti che andavano di
moda negli anni 70. Poi è diventata
leader mondiale degli dei flaback
Transformers per i televisori di vecchia
generazione. Col cambio tecnologico è
passata nell'automotive,
ha prodotto è diventata leader mondiale
di bobine di accensione, ignition
system, poi di centraline elettroniche,
eh sistemi ibridi elettrici. Pian piano
negli ultimi anni anche con l'Open
Innovation ehm ha cominciato a
sviluppare altri prodotti per
l'elettrificazione come Power
Transformers
verso i nuovi prodotti per i nuovi
combustibili, quindi fuel, idrogeno,
passato all'immobility e anche
sull'energia fuel cell e proton flow
batteries. Quindi si vede come poi c'è
stata un'accelerazione soprattutto negli
ultimi anni. Eldor cresciuta di 20 volte
in 20 anni. Com'è stata possibile questa
crescita?
Noi usiamo internamente abbiamo una una
cosiddetta una formula una formula che
ci indica che l'evoluzione è la velocità
moltiplicata il cambiamento. Il concetto
di evoluzione è importantissimo,
soprattutto nei momenti come questi in
cui delle tecnologie disruptive
cambiano il mondo e la l'evoluzione è la
chiave del nostro tempo non è più un
concetto solo biologico, ma è una
necessità strategica per le persone, per
le organizzazioni, perfino per le
società.
E evolvere significa essere vivi, vivi
in un mondo che cambia, imparare a
cambiare ma senza perdere la propria
identità, il proprio DNA, trovare nuovi
equilibri sempre. Quindi soffermiamoci
su questi due concetti del cambiamento e
della velocità perché introducono i due
temi di oggi che sono l'open innovation
che è il cambiamento e l'intelligenza
artificiale che permette di aumentare la
velocità con cui si collaborano, si
ripensano i modelli, i ruoli e le
culture, quindi la velocità anche del
cambiamento.
E quando queste due forze, la velocità e
il cambiamento,
si moltiplicano, c'è un'evoluzione quasi
esponenziale delle realtà. Ok? Che non
sono solo evoluzione nelle tecnologie,
ma anche nuovi modi di pensare, di
lavorare e di creare valore. Proprio
questo l'open innovation è importante
perché spesso si dice l'open innovation
per le aziende, per le grandi imprese
che possono investire nelle startup
eccetera. Tutt'altro, noi proprio come
azienda abbiamo visto fin da quando
eravamo piccolini, 20 anni fa, quando
siamo entrati nel mondo automotive, che
l'open innovation proprio stato
abilitante per la crescita, i rapporti
con leuniversità, con delle startup, con
licenze di brevetti, gruppi di ricerca,
eccetera. Quindi l'open innovation, uno
primo concetto è per tutti. Secondo
concetto invece sull'intelligenza
artificiale
sembra complessa perché pochi la
conosco, pochi la conosciamo perché
nessuno ce l'ha mai insegnata,
soprattutto quella generativa degli
ultimi anni, nessuno ha fatto un
percorso di laurea in cui si è insegnata
intelligenza artificiale generativa.
Ehm e l'intelligenza artificiale è
soprattutto mano che andiamo avanti e
sbagliamo e progettiamo e tutto capiamo
che è una sfida culturale e
organizzativa, non è una sfida puramente
tecnologica.
C'è hype, c'è in questo momento c'è
entusiasmo per l'intelligenza
artificiale e come passiamo da un
dall'entusiasmo al all'impiego reale e
strategico nei processi di open
innovation.
Ehm, quello che volevo fare stasera era
farvi ripercorrere un viaggio in tre
tappe, in tre step, perché è quello un
po' che abbiamo fatto anche noi. Primo
step che è il cuore operativo, quindi si
usano
i chatbot, i large language model, chat
GPT, Gemini,
Cloud per andare più veloce, le Rag dove
i sistemi poi per attingere dei nostri
delle informazioni aziendali
è un po' il cuore operativo e per l'open
innovation
l'intelligenza artificiale può aiutare
molto. Per di noi c'è un problema grande
che è lo scouting
riuscire a in questo rumore di fondo
trovare dei partner, delle tecnologie,
dei trend rilevanti. È un po' come
cercare un ago in un pagliaio globale.
L'intelligenza artificiale dove può
aiutare? può aiutare nel analizzare i
dati non strutturati, quindi usare
analizzare migliaia di brevetti,
pubblicazioni scientifiche, notizie,
identificare i segnali deboli che sono
importanti quando si fa open innovation
oppure eh fare scouting di startup in
modo intelligente con delle piattaforme
di intelligenza artificiale che aiutino
in questo. L'output è quello di passare
da una lunga lista di possibilità a una
piccola lista, una short list di
probabilità, liberando poi l'uomo,
l'umano, diciamo così, per fare analisi
strategica.
Il secondo passaggio è quello del sempre
nel nel nell'open innovation è quello
della note del sovraccarico
cognitivo nell'ideazione perché gestire
e valutare centinaia in alcuni casi
migliaia di idee provenienti possono
provenire da challenge interni, Aathon,
piattaforme crowdsourcing eccetera, è
complesso time consuming e quindi
l'intelligenza artificiale ci può
aiutare, ci aiuta nel raggruppare le
idee per temi, per originalità,
pertinenza,
eh trovare i duplicati e poi con analisi
predettive cercare di eh prevedere i
potenziali di successo di successo di
un'idea. E l'output è quello di avere un
processo di valutazione più rapido, più
trasparente, meno soggetto ai bias
personali.
E infine, nel momento in cui ho un
portafoglio di partnership, che possono
essere una collaborazione con
un'università, una startup, un
un brevetto in licenza, una cosviluppo
con un fornitore o con un cliente, io
devo capire a che punto sono, sta
andando bene o sta andando male tutto
questo. Quindi posso usare
l'intelligenza artificiale proprio per
monitorare le performance di partner ehm
e della dell'operazione di diciamo di
open innovation. Ehm,
quindi abbiamo maggiore efficienza e una
riduzione dei rischi. Tutto questo per
far che cosa? Per liberare tempo umano
per la strategia,
permettere ai team di concentrarsi
sull'analisi strategica.
Ma
qual è il problema? Il problema che
abbiamo affrontato sviluppando
intelligenza artificiale è stato quello
che ci siamo scontrati con il fattore
più importante che è che l'integrazione
che che l'intelligenza artificiale è una
noi chiamiamo una scienza umana.
Integrare intelligenza artificiale
dentro un'organizzazione richiede una
una ridefinizione completa delle
profonda delle competenze. Quali
diventano le competenze? le competenze.
Quindi noi ci siamo trovati di fronte a
questo a questo tra virgolette problema
che è anche un'opportunità, quella di
capire come faccio a usare
l'intelligenza artificiale. Prima in
tutto devo capire che cos'è
alfabetizzazione e high literacy.
Bisogna saper leggere il saper
che non significa programmare, non è un
tema informatico, non va dato ai a
Cioisna
capire come funziona, quali sono le
logiche di funzionamento
dell'intelligenza artificiale, cosa può
fare, cosa non può fare, quali sono i
bias, come interpretare un output.
Questa competenza ci permette di non
essere utenti passivi, come spesso
succede,
ok? Ma bisogna essere eh interlocutori
consapevoli di questa tecnologia.
Una volta che so leggere un libro,
in verità non basta, perché devo
imparare, devo avere l'abilità di
formulare le domande giuste e definire
il problema corretto, altrimenti se ho
delle delle risposte perfette a delle
domande sbagliate non ottengo nulla.
Anzi, è un po' come capire come scrive
il titolo di un libro, perché perché
devo comprendere a fondo questo libro
cosa dice per riuscire a sintetizzarlo e
a capire il problema, il ecco il titolo
proprio del libro. Ehm,
poi la cosa più importante che è anche
l'opportunità dell'intelligenza
artificiale che è il pensiero laterale.
L'intelligenza artificiale ha una
capacità, si chiama anche intelligenza
collettiva perché non ha confini fra
chimica, fisica, fisica classica, la
meccanica quantistica.
è piatto tutto questo, quindi riesce a
trovare delle dei puntini, delle
correlazioni nascoste fra i dati, questi
puntini che emergono, quindi chi fa
innovazione deve risolvere un problema
chimico, casomai lo trova dalla fisica
la soluzione. Ma questa capacità di
unire i puntini, di fle domande giuste
prima e poi di unire i puntini, che è la
vera scintillaamo dell'innovazione
è umana, nasce dalla capacità umana di
utilizzare pensiero laterale.
Ehm,
un ultimo punto è l'intelligenza
emotiva. Il fattore umano è
importantissimo perché perché eh
l'intelligenza artificiale può darci
contatti, può darci una lista di
startup, di fondatori eccetera, ma poi
farli
trasformarli in alleati strategici è
solo umano. L'umano qui, quindi, quindi
primo fare domande giuste per far
emergere dati anche inaspettati,
riuscire a connettere i puntini e poi
costruire delle relazioni di fiducia.
Ma è complesso tutto questo. Questa cosa
qua, mano che siamo andati avanti, ci
siamo resi conto che
lasciato alle singole persone era un
problema governare questa complessità e
quindi avevamo deciso di ehm
di creare un dipartimento di
intelligenza artificiale e strategia.
sono insieme del dipartimento eh per
governare questo sistema dove non ci
sono solo
programmatori, anzi ci sono ingegneri,
giuristi, umanisti, che non vuol dire
che assumo le persone per vuol dire c'è
un legale interno, posso usare una parte
del suo tempo e specializzarlo
nell'intelligenze artificiale,
l'ingegnere gestionale, l'organizzazione
eccetera. È importante capire che non è
una questione di programmatore, è una
questione umana, perché poi è facile
cercare e prendere delle scorciatoie
e allora ho degli altri rischi, rischi
etici di compliance eccetera. E per noi
è stato importantissimo perché abbiamo
cominciato a capirla meglio, capire dove
dovevamo formarci e capire gli errori
che nascevano usando l'intelligenza
artificiale, perché l'intelligenza
artificiale usata in quel modo dava
errori, dava allucinazioni. Basta che
una volta su 20 mi dia un errore, una
volta su 50 mi dà un errore, io creo un
problema anche grosso all'azienda. Non
devo avere quei tipi di errori. Il
problema era che l'intelligenza
artificiale è generalista. Quando uno
usa GPT, c GPT, Gina, eccetera, usa un
un LLM generalista.
E la soluzione dov'è? Poi non è una
soluzione definitiva, ma dov'è? bisogna
usare delle intelligenze artificiali
specializzate, quindi andare verso
architetture ad agenti. Quindi da lì ci
siamo spostati analizzando gli errori,
non riuscivamo a risolvere alcune cose,
non riuscivamo a far avere un output
dall'intelligenza artificiale quello che
volevamo. Allora, siamo andati, abbiamo
cominciato, abbiam provato. La cosa
bella è che si può provare, bisogna
studiar, studiare. Ogni giorno escono
cose nuove,
si passa la sera a studiare, la mattina
roviamo. abbiamo cominciato a utilizzare
e sviluppare architetture multiagenti
dove l'intelligenza artificiale non è
più uno strumento che uso per avere
un'analisi, ma è un partner.
Quindi ho il mio partner è un ecosistema
di agenti proattivi che fanno qualcosa,
cosa fanno? Quindi per sviluppare per
progettare un'architettura molti
aggente, devo definire innanzitutto chi
sono gli attori,
chi sono gli attori che collaborano con
me per raggiungere degli obiettivi e non
è facile identificare quali sono, quanti
sono per ogni perché poi diventano molto
specializzati, diventano, passate il
termine quasi stupidi, cioè al di fuori
di quello che fanno non sono più in
grado di farli e quindi nel momento in
cui, per esempio, per l'open innovation
bisogna sviluppare agente, allora uno
può pensare a un agente Scout che mappa
costantemente l'universo
dell'innovazione, scansione brevetti,
pap scientifici, i repositori di codice,
i database delle startup, eccetera. non
dà più una lista
statica che è vecchia dopo due
settimane, ma è un grafo dinamico della
conoscenza
che mostra come sono connesse persone,
tecnologie, aziende e coglie i segnali
deboli.
Posso avere agenti analisti di rischio,
questi valutano la vitalità, diciamo
così, della startup o del gruppo di
ricerca e vedono se è compatibile con la
realtà in cui siamo.
possono dare degli score
multidimensionali per ogni possibile
partner. Ci sono gli agenti, noi chiamo
architetti di alleanze, sono i legali,
hanno studiato, addestrati su moltissimi
accordi legali di partnership eccetera
possono dare delle bozze di accordo
personalizzate. Suggeriscono la
struttura ottimale di una
collaborazione, suggeriscono, mai,
decidono, questa è la cosa più
importante di tutti. Poi agenti
sincronizzatori che devono fare da ponte
fra l'ecosistema esterno e le necessità
interne. Questo è molto importante
perché passiamo al secondo pilastro che
è il dove, ok? Il chi sono questi
agenti, devo definirli, ma dove li
faccio girare, con chi li faccio
collaborare? con un digital twin. Io
devo cercare di capire dal punto di
vista digitale come sono organizzato,
come sono fatto, qual è il mio
ecosistema di innovazione. In questo
modo il digital twin diventa il
laboratorio virtuale
per simulare simulare gli scenari
complessi e quindi non prendo più
decisioni in modo reattivo, ma in modo
preattivo. Simula
simulo l'impatto di una certa di una
certa tecnologia.
E poi il tre è come lo faccio? semplice
con un'interfaccia di intelligenza
artificiale generativa, eh
un'interfaccia conversazionale
eh che con cui devo imparare a
dialogare, devo capire, devo fare
challenge ai ai risultati che ho,
eccetera. Questo è m quindi il chatbot,
anziché andare sull LLLM
generalista, come spesso si usa quasi
sempre, con l'intelligenza, con
un'architettura multiagente interagisco
con un ecosistema che diventa un mio
partner
e ha molti vantaggi questa cosa qua,
perché il l'innovazione smette di essere
un processo lineare, diventa un sistema
adattivo che continua a imparare a
evolversi costantemente, a raggiungo
velocità esponenziali.
Ho una visione, permetto di vedere
connessioni opportunità che sono
invisibili all'analisi umana.
Ok? Ho sovranità decisionale umana,
questa è la cosa più importante di tutte
con l'approccio human. L'uomo,
l'umano deve essere sempre in ogni
passaggio, nella progettazione, nei vari
step, nella validazione. Deve
comprendere quello che l'output di
quello che dà il sistema d'agenti è
resiliente perché posso simulare il
futuro del digital twin. Devo essere
bravo però a sviluppare un bel digital
twin, diciamo così. Per far questo tutto
bello, no? Occorre sicuramente una
governance rigorosa perché tutto questo,
ma l'intelligenza artificiale in
generale, quindi non solo le
architetture molto agenti, danno
diversi rischi.
Bias,
nell'innovazione posso rafforzare dei
pregiudizi esistenti, impedis mi
impediscono di vedere opportunità
diverse. Sicurezza e privacy, in un
modello di open innovation ho dati
sensibili sia ai miei che del partner
che viaggiano. Dobbiamo garantire dei
protocolli a prova di attacchi cyber,
privacy compatibile conforme al GDPR,
eccetera. C'è un problema di
allucinazioni.
Le allucinazioni comunque fa errori, è
generativa l'intelligenza artificiale è
su base statistiche degli errori vengono
sempre fatti. mancanza di trasparenza
degli algoritmi perché non so come
funzionano gli algoritmi dell LLM a cui
gli agenti con cui gli agenti si
interfacciano. Ci sono tutte le
tematiche del mondo del lavoro per cui
bisogna progettare anni prima
l'evoluzione delle competenze,
non prendere e tagliare le persone.
Questo è antiutto. Antietico, antitutto.
E poi ci sono due temi particolari, due
rischi particolari che
casomai non si vedono subito, ma uno è
quello dell'omologazione. Tutti in un
mondo in cui tutti usano le stesse
tecnologie intelligenza artificiale c'è
un appiattimento strategico. I risultati
sono sempre uguali. Se guardiamo le
email fatte con copilot sono tutte
uguali e la differenza dove sta sa sta
nella capacità di pensare essere out of
the box. della scelta umana, molte volte
coraggiosa, anti controintuitiva, che è
basata sull'esperienza e la visione che
comunque sono necessari e servono. Noi
ce ne accorgiamo tutti i giorni di
questa algoritmo non consiglierebbe
alcune cose. L'umano deve entrare con la
sua esperienza e l'altro tema che
probabilmente io per me è uno il più
grave che ci può essere con
l'intelligenza artificiale che è la
delega cognitiva.
Dopo che uso per un po' di tempo
strumenti complessi di intelligenza
artificiale molto complessi, smetto di
pensare. Smetto di pensare, mi fido
dell'output,
non eh il mio pensiero critico quasi
scompare, si atrofizza, c'è uno studio
dell MT Lab giugno che anticipa un po'
queste cose.
è molto importante, è molto importante
per noi manager lavoratori delle
imprese, importante per gli studenti
delle scuole superiori,
usa un po' per tutte. Questo questo per
me è il rischio più grosso che abbiamo
con l'intelligenza.
E voglio chiudere con ehm
con un una riflessione sulla sulla
capacità dell'uomo di cercare. L'uomo
nel tutta la sua esistenza ha cercato
fin dall'antichità con i filosofi, ha
sempre cercato verità,
bellezza e bontà. ha cercato qualcosa
che adesso ha usato la sua intelligenza
per cercare queste cose. In questo
momento noi stiamo cercando con la
nostra intelligenza di sviluppare
modelli sempre più complessi, modelli
artificiali di intelligenze artificiali
sempre più complessi che mi dicono loro
che cos'è verità, bellezza e bontà.
Pensate ai social network, ma questo si
applica anche all'open innovation. Nel
momento in cui delego completamente
all'intelligenza artificiale di darmi la
verità
di un punteggio
eh di rischio per una startup, io perdo
la capacità di eh del pensiero out of
the box.
Perdo di la capacità la bellezza di
cogliere la capacità di cogliere la
bellezza in un'idea che sembra brutta e
anomala. l'algoritmo la scarta come qua
in questo braccio meccanico la scarta,
ma è un diamante casomai e questo è
importantissimo perché perché
per noi umani anche nell'open
innovation, anche nel momento in cui
facciamo innovazione
dobbiamo renderci conto che
l'intelligenza artificiale non ha un
concetto di bontà, non sa che cosa è
giusto, cosa non è giusto per la
società, per i nostri collaboratori, per
il pianeta.
ottimizzare il profitto, ma non ha un
suo purpose. È qua che il nostro ruolo
diventa cruciale, è importantissimo
anche nello sviluppo quotidiano di
intelligenza artificiale per le aziende
e il nostro purpose, il nostro scopo
come leader è quello di creare un futuro
migliore per tutti, che sia più
sostenibile.
L'intelligenza artificiale non fa
questo, noi dobbiamo farlo e questa è la
nostra responsabilità finale. L'uomo
deve, l'umano deve continuare a
ricercare anche nell'innovazione
la quelle quelle verità, quella
bellezza, quella bontà che da soli
l'intelligenza artificiale non ha. non
possiamo delegare questa scelta, questa
ricerca, perché nel momento in cui
deleghiamo questa cosa qua, non siamo
più innov innovatori, smettiamo di
essere innovatori e siamo semplicemente
esecutori di un'intelligenza che non ha
né coscienza né scopo.
E il nostro vero vantaggio umano, la
nostra umanità resiedono proprio qui.
Eh, chiudo ritornando all'inizio. Quindi
l'intelligenza artificiale può aiutarlo
l'open innovation, altro che ci aiuta a
essere veloci, aiuta a cogliere segnali
deboli, aiuta tantissimo, però non siamo
macchine. L'intelligenza artificiale non
ha una coscienza, quindi ricordiamoci
che il purpose è una cosa umana,
lo mettiamo noi, è quello che veramente
differenzia un'azienda da un'altra,
differenzia una differenzia noi dal
dalla dall'intelligenza artificiale. Gli
innovatori e leader devono essere capaci
di usare l'innovazione la tecnologia per
creare un futuro migliore per tutti. Se
non facciamo questo,
ok, perdiamo perdiamo un umano. Come
ecco questo l'intelligenza artificiale
deve essere al servizio degli umani.
Questo è il messaggio finale che volevo
dare perché molte volte uno è
concentrato
nel risolvere i problemi tecnici, nel
fare cose migliori, ma poi si dimentica
delle cose veramente importanti. Grazie.
Ho chiuso.
>> Grazie.
Grazie Andrea.
Francesca, adesso credo che siano
arrivate anche delle domande, siamo
forse un po' init magari chiuderei con
anche il tavolo con la prospettiva di
Caterina e di Carlo in modo tale che poi
abbiamo, diciamo, un po' di spunti che
possiamo con
>> Sì. Eh, a questo punto diciamo
inviterei, diciamo, l'apertura del
nostro tavolo con con i partner
dell'osservatorio. Partirei da Caterina
Crippa, eccosistem Scouting Manager di
A2A. Eh, diciamo, abbiamo avuto diversi
spunti, no, sia da Letizia che da
Andrea. Sappiamo che come A2A eh state
lavorando, diciamo, in maniera eh molto
forte e concreta, no, sia sui temi di
innovazione, di open innovation e
recentemente anche poi chiaramente su
tutte le tematiche di AI. eh rispetto a
l'esperienza del del vostro gruppo e
della diciamo di fatto poi della della
vostra realtà, eh come state eh
declinando all'interno di quelli che
sono i processi di processi di
innovazione la scelta magari di
soluzione, chiamiamole più a scaffale,
no? quindi più in una logica buy
rispetto invece a come raccontava
Andrea, lo sviluppo, no, di soluzioni eh
magari anche agenti che più
personalizzate rispetto a quella che poi
chiaramente è un'esigenza più specifica
eh e a maggior valore aggiunto per
quella che è che è la vostra realtà.
>> Certo. E grazie per per la domanda e
grazie assolutamente del dell'invito a
partecipare al webinar. sicuramente
molto interessante tematica, molto molto
calda anche per noi, proprio perché
appunto recentemente abbiamo lanciato
anche una nuova una nuova azienda, una
nuova società che si chiama Du Life
Ventures, una società che nasce in
realtà proprio con questa mission, è una
società detenuta al 100% del gruppo A2A
che però va a ufficializzare un po' e a
capitalizzare tutto il knowwow a livello
di open innovation, AI e processi e
modelli di innovazione che abbiamo messo
a terra come team interno in questi in
questi 5 anni. Ehm, come giustamente
dicevi, noi in realtà eh, ovviamente Lei
rimane un punto centrale all'interno
della della nostra mission anche come
Duela Adventures, quindi mh è è un po'
un pillar su cui basiamo le nostre le
nostre attività e abbiamo un approccio
sicuramente ampio e e completo rispetto
a questa tematica, nel senso che da una
parte, soprattutto su quando magari ci
serve eh un approccio rapido, quindi
quando il time to value è breve ci
affidiamo appunto a soluzioni soluzioni
a scaffale, soluzioni già già pronte
dove ci sono diversi tool e driven che
ci permettono comunque di accelerare le
nostre attività. Faccio un esempio per
le attività, diciamo, che portiamo
avanti nel nel day by day, anche proprio
a livello di scouting, appunto, ci ci
affidiamo a piattaforme, ai driven, come
possono come può essere Foundernest, che
è un player, insomma, importante, una
piattaforma che conta più di 50 milioni
di profili aziendali m raccolti su 1,2
bilioni di data point da diverse fonti
dato e questo ci permette ovviamente di
essere più efficaci, più veloci nella
parte di di scouting di market e
competitor intelligence e è
assolutamente un'attività che, diciamo,
siamo contenti di, tra virgolette
acquisire dall'esterno proprio perché è
già pronta e e ci permette sicuramente
di corrodere tutta quella parte di di
tempo dedicato ad attività a minor
valore aggiunto per poi concentrarci
sulle attività un po' più un po' più
strategiche. Ehm, questo per quanto
riguarda, diciamo, l'approccio buy. Ehm,
però ovviamente ci siamo anche resi
conto un po' in questi in questi 5 anni
eh con le attività che abbiamo portato
avanti che spesso e volentieri magari ci
sono eh processi eh che non è facile eh
automatizzare o che non sono già
indirizzate da soluzioni presenti al
mercato e anche qua stiamo tentando di
adottare appunto un approccio un
approccio make. Quindi, in questo caso,
eh, per esempio, uno dei progetti
flagship che stiamo anche un po'
portando avanti con Duali Life
Adventures si chiama appunto OnePlus One
ed è un progetto che ruota attorno a lei
a Genica, quindi eh tentiamo di andare a
ad accelerare e automatizzare le
attività core dei di tutto il team
innovazione, quindi non solamente del
team del mio team, del team di scouting,
ma di tutto il team di innovazione.
con la creazione degli agenti, agenti
che non si fermano solo appunto
all'automatizzazione dell'analisi, ma
che sono in grado di
prendere anche, tra virgolette delle
decisioni al posto nostro per farci
concentrare su sul sulle attività a
maggior valore aggiunto e diciamo
attività più strategiche. E questo poi
ricollegandomi anche un po'
all'intervento eh di Andrea e di Letizia
diventa ancora più fondamentale, se
vogliamo, in un contesto in cui, come
accade in Italia, purtroppo, c'è
shortage di talenti, abbiamo una
crescita demografica che è bassissima,
abbiamo comunque una una un
invecchiamento della popolazione sempre
più sempre più importante, quindi
diventa ancora più rilevante, diciamo,
avere sì le stesse mani in termini di
colleghi, ma avere degli strumenti
ancora più forti per essere più efficaci
nelle attività che portiamo avanti. E
andando un po' più nel concreto di
questo progetto, diciamo, del dell'AI
Aentica, siamo partiti appunto da ehm
diciamo l'esigenza di andare a mappare
un po' quelli che sono i processi
all'interno del team di innovazione che
cubano eh maggior tempo in termini di
attività a minor eh valore aggiunto.
Quindi lo abbiamo fatto all'interno del
mio team, il team di scouting, il team
di investimento all'interno del team di
portfolio strategy, quindi abamo fatto
una una mappatura di processi e siamo
andati a diciamo prioritizzare quelli
che ci sembravano più impattanti a
livello di di attività e e di tempo e da
qui abbiamo siamo andati a definire
quelli che potevano essere andati un po'
a ingegnerizzarli quelli che potevano
essere degli agenti dei casi d'uso. ne
abbiamo identificati quattro, diciamo,
al momento. uno che lo chiamiamo,
diciamo, di database intelligence perché
è un agente che sostanzialmente va a
creare un database, un database dinamico
e interattivo che si aggiorna in
automatico, andando a raccogliere tutta
una serie di informazioni eh da fonti
strutturate non, quindi deck che
riceviamo in allegato alle mailer, è un
agente che riuscirà a leggere quanto
scritto all'interno di di allegati,
riuscirà a leggere ere mail dei
colleghi, eh riuscirà a raccogliere le
informazioni dalle cartelle condivise
del gruppo e andrà in automatico a
popolare questo database che diventerà
poi, diciamo, l'unica fonte
centralizzata e sempre aggiornata di di
informazioni.
Un altro, per citarne che, diciamo, i
principali su cui ci stiamo su cui ci
stiamo concentrando, un altro riguarda
per esempio il l'agente di Trend
Intelligence o feed monitoring, diciamo,
perché noi abbiamo all'interno del team
un dipartimento che si occupa ogni anno
di redarre il piano di di innovazione e
che definisce un po' le aree guida su
cui ci andremo a concentrare a livello
di innovazione per il gruppo e
ovviamente L'attività
fondamentale è monitorare cosa fanno i
competitor, monitorare le tendenze di
mercato, i trend e quindi creeremo un un
agente che si occuperà in automatico già
di fare questo, quindi di andare a ehm
tenere sotto controllo, monitorare,
aggiornare e creare delle della della
documentazione
in merito, appunto, alle attività dei
competitor, alle principali attività in
termini di
appunto press release
IP rilasciate
e questo ovviamente permetterà comunque
di essere più agili all'interno della
dell'attività di redazione del piano.
Eh, un altro agente che ci è venuto in
mente, che sicuramente potrà essere
utile anche non solo a noi, a diverse
strutture, ma anche a diverse aziende e
lo possiamo definire, diciamo, un agente
di project management shadowing o
project management intelligence, quindi
unagente che automatizza tutta la parte
un po' più amministrativa delle attività
di innovazione, quindi quando andiamo a
progetto pilota, ehm la gestione dell
RDA, eh la gestione delle milestone
progettuali Quindi un agente che in
automatico legge l'offerta economica che
mi arriva da una startup, mi precompila
un RDA, eh quando parte il progetto in
automatico mi manda le milestone
di pagamento, mi monitora l'avanzamento
del progetto pilota e genera in
automatico dei dei report eh o delle
minute. Eh a livello di rendicontazione.
L'ultimo, ma non meno interessante,
l'abbiamo chiamato, diciamo,
agente di Cup Table Intelligence,
perché, appunto, noi abbiamo una parte
del team che segue, diciamo, la parte di
investimento, quindi il nostro programma
di corporate venture capital e una delle
attività più critiche, ma anche al tempo
stesso time consuming, ehm è quella di
andare a valutare, diciamo, i founder di
una di una startup, soprattutto per gli
investimenti early stage. Questo è
un'attività, diciamo, critica che si fa,
diciamo, analizzando i profili dei team,
cioè dei founder e dei team che
costituiscono la la startup, richiede
una ricerca di dati, diciamo,
destrutturati. Quindi questo, se
vogliamo, è anche forse la gente un po'
più sfidante, perché ovviamente qua è
fondamentale lo human in the e rimarrà
sempre magari rispetto a un agente come
quello del contract management, per
esempio,
eh però ci può supportare nel
raccogliere e monitorare tutta una serie
di fonti dato che, appunto, ehm
possono fornire tutta una serie di
informazioni legate appunto
all'esperienza, alla composizione del
team e dare magari un indice di di
compatibilità, di montà che poi viene
rivisto ovviamente sulla base di fonti
dal team di investimento.
Questi sono un po', diciamo, gli agenti
su cui ci stiamo concentrando ad oggi e
saranno pronti per l'uso interno,
diciamo, a a fine anno. Poi ovviamente
l'obiettivo è quello di una volta averli
testati internamente e averli adottati
internamente è di offrirli anche,
diciamo, a sul mercato esterno, quindi
anche un po' in ottica eh della mission
con cui nasce Life Ventures, no? Quindi
noi capitalizziamo sicuramente il
knowwhow generato un po' in questi anni
dalle attività del team di innovazione,
ma non vorremmo fermarci qui e vorremmo
offrirlo e valorizzarlo anche per altre
aziende presenti sul sul mercato
esterno. Quindi diciamo che
in sintesi quello che quello il
messaggio che mi lascio, cioè che che
vorrei lasciare è che comunque l'EI
sicuramente è un fattore abilitante, non
sostituirà mai appunto il ovviamente
l'operato dei dei colleghi, delle
risorse delle persone, ma sicuramente
all'interno di un contesto eh aziendale
come come il nostro o in generale delle
aziende delle corporate italiane
sicuramente può aiutare tanto, quindi
diventerà sicuramente una una leva con
cui accelerare gli stessi processi di
open innovation che nascono per
accelerare l'innovazione nelle nelle
corporate.
>> Grazie, grazie Caterina. Credo che
questo si colleghi anche un po' a quel
messaggio che ha dato, no, all'inizio
Andrea, dove diceva e chiaramente
l'innovazione non deve essere solo ad
appannaggio delle grandi corporate e
credo che quello che ci hai raccontato è
anche un po' lo sforzo, se vogliamo, di
mettere a fattor comune, no, quella che
è la vostra knowledge, come diciamo,
avete costruito anche questa conoscenza
in ambito sicuramente innovazione, open
innovation e poi chiaramente a beneficio
eh no, di anche altre realtà, diciamo,
che possono essere pe in termini di
grandezza, ma anche potenzialmente le
PMA che chiaramente costruiscono
costituiscono un po' il tessuto
imprenditoriale, no, della del nostro
paese. Ehm, passerei magari la parola a
te, Stefano, per il nostro prossimo
ospite.
Allora, sì, eh Carlo, invece vorremmo
sfruttare, no, la tua il tuo forte
background tecnico tecnologico perché
magari, no, per aiutarci un po' a capire
meglio, no, sono state da da Caterina,
da da tutti i nostri ospiti, no, citati
con una certa frequenza, no, si è
parlato di di agenti, no, di agenti che
ha, ecco, è un tema, sai, ricorrente,
anzi eh c'è chi dice che no, che il 2026
sarà l'anno degli agenti. checking
magari un po' più scettico, penso a
Carpati, insomma figure importanti nel
mondo le hai che forse, no, spostano un
po' più in là, no, la la la data di
quando avremo veramente, no, degli
agenti intelligenti capaci di agire.
Ecco, quindi io sfrutterei, so che è
anche una piccola demo, tra l'altro
stiamo vedendo, quindi direi direi
situazione ideale in cui magari ci fai
capire un po' meglio, ci fai vedere
esattamente, no, come funziona, no, un
agente e ti passerei la Sì. Innanzitutto
grazie a tutti ed è un piacere essere
qua con voi. Grazie per l'invito. Sì,
allora la prima cosa è che le aziende
devono iniziare a fare e se stesse una
adozione della cosiddetta Agentic AI.
Noi in DOS Mind Law abbiamo già fatto da
tempo e sono un po' in imbarazzo perché
devo dire la verità tutti gli interventi
Caterina, Andrea hanno un po' diciamo
anticipato questo tema, no? Allora,
quello che vi voglio far vedere, anche
la professoressa Mortara ha detto non
esiste una unica e hai per tutto, no? Un
agente che cos'è? È una collezione di
modelli specializzati per un singolo
task.
Quand'è che interviene un agente? quando
bisogna in qualche modo, diciamo,
interagire con l'uomo e prendere la
decisione giusta invocando quel quello
specifico modulo o quello specifico
modello per far sì che, appunto, c'entri
l'obiettivo di business. Io qui vi ho
preparato una piccola demo proprio di
analisi per il venture capital, no?
Allora, abbiamo costruito questo
strumento che si chiama DOS Mind Sakura
Investor Pack e gente che diciamo
essenzialmente prende una descrizione di
un'idea innovativa. Abbiamo inventato,
eh vado un po' veloce, non vi scrivo,
senò siamo già abbastanza lunghi con i
tempi. Vorrei invece andare un attimino
di più sul contenuto. Che cosa fa questo
Investor Pack Agent? interpreta il
prompt e decide qual è il task corretto
per lo specifico prompt. Per esempio, in
questo caso io gli sto dicendo di,
diciamo, analizzare questa ipotetica
innovazione innovazione di muri auto
riparanti per un rapido recupero da
interventi quale appunto il terremoto.
Sta invocando in questo momento il
Discovery Agent, il quale ha una sua
base di conoscenza, peraltro
costruita. Questo è un tema che non
abbiamo toccato oggi con una serie di
dati di sintesi, quindi diciamo
ipoteticamente completi perché
fabbricati da noi, quindi con la
descrizione della business area, con il
nome della azienda, si chiamano tutte
quante ACME in onore di chi ha qualche
capello bianco come me, della famosa
company that makes everything di Willy
il coyote, no? eh eh quali sono le aree
di criticità, quali sono stati i fattori
di successo, l'investimento tutto tale,
quindi immaginate proprio la completezza
dei dati, nonché la remino quindi il
fattore di appunto amplificazione.
Questi temi sono stati già toccati dai
dagli illustri colleghi che m'hanno
preceduto e il compito del primo
sottomodello che è il Discovery Agent è
proprio quello di andare a spazzolarsi
tutta quanta la base di conoscenza e di
trovare quelle iniziative simili a
quella specifica proposta dall'utente.
per esempio, ha trovato la ACM Buildtech
che ha praticamente sviluppato la Smart
Concrete, che sono appunto questo
particolare cemento che si auto ripara.
Eh, ovviamente questo è un tema molto
caldo, qui stiamo andando molto veloci
sulla parte della disponibilità del
dato, no? È chiaro che per un sistema di
questo tipo deve esserci un dato pulito
di qualità e soprattutto non con il
bias. Abbiamo parlato del bias, no? In
questo caso io ho pubblicato solamente
quelle iniziative che hanno avuto
successo. Dovrei costruire un controset
costruito, diciamo, appositamente di
tutte coloro che non hanno avuto del
successo, no? chiaramente in modo tale
che il training non sia biased, quindi
non sia, diciamo, distorto verso appunto
soltanto quelli che sono i casi
positivi.
Abbiamo parlato di valutazione del
rischio. L'utente dice "Va bene, ok, la
Smart Concrete ha avuto un'idea simile
alla mia, ma io voglio sviluppare
specifici materiali a seconda del tipo
di costruzione e voglio anche costruire
un network di partners". Sotto queste
ipotesi valuta la probabilità di
successo della iniziativa. Vedete, qui
c'è un altro modello specializzato che è
quello dedicato alla classificazione di
ciò che vuol fare l'utente, quindi alla
comprensione. Che cosa fa un agent? Fa
tre cose. Sense, intercetta il dato e
l'intenzione del gruppo di utenti con
cui parla. decide classifica e chiama
agendo act il modello corretto per la
specifica analisi che deve fare. In
questo caso abbiamo messo sotto fai 4.
In realtà nella valutazione del rischio
sarebbe stato più appropriato mettere un
modello classico di machine learning
fatto con i classici pattern,
clasterizzazione, previsione del
rischio. Ok? Quindi questo modello che
vedete è essenzialmente un mo fatto
tramite prompt che prende dati da quella
tabella per costruire una stima della m
probabilità del rischio e anche del
possibile rapporto tra revenue e costi.
Infine, sempre il nostro stesso agent
può essere addestrato per scrivere un
pitch. Adesso qui ci stiamo ponendo lato
founder che deve sponsorizzare la sua
idea e ovviamente deve farlo in modo
furbo, quindi deve diciamo amplificare i
fattori di successo e qui di nuovo il
bias costruzione di questi modelli
specializzati praticamente, per cui
amplificando quelli che sono i fattori
di successo e in qualche modo diciamo
attenuando quelli che sono i fattori di
rischio con questo schema, è in grado di
costruire un pitch, una particolare
brochure che serve a vender meglio lato
investor, quella che è la mia
iniziativa. Ora, questo è un classico
tipo di agent che, diciamo, esegue una
serie di passi, se vogliamo,
parallelizzabili, no? In qualche modo ci
sono agent molto più complessi il cui
stato del passo, quindi del modello
specializzato
B, dipende da quelli precedenti.
Ovviamente la costruzione della diciamo
Aentic AI e questa se vogliamo, un'altra
delle grandi narrazioni che viene fatta,
non solo presuppone il fatto di
costruire modelli specificamente
addestrati per il task e quindi della
corretta famiglia, clasterizzatori,
classificatori, ricerca operativa,
addirittura banali statistiche
descrittive per l'outlier detection, no?
Pensiamo per esempio all'antirode, no?
ma deve anche in qualche modo
capitalizzare la struttura corretta dei
dati, affinché questi modelli
massimizzino le proprie performance e
devono in qualche modo essere facilitati
nella lettura proprio perché la
componente, diciamo, agentica deve
interpretare tutti questi dati e
renderli fruibili esattamente come sta
facendo questo agent, che in questo caso
abbiamo detto è un semplice mup
Eh,
cercare la pagliao globale è
interessante perché, così come ha detto
anche la professoressa Mortara, no,
spostare l'ago della bilancia dallo
humanic, quindi con quindi diciamo
diminuire l'intervento dell'uomo in
favore dell'intervento del processo
digitale.
Oggi si parla tanto di humano, l'abbiamo
detto anche qui, è importante
considerare che lo questo appunto questo
questo modo di pensare all'uomo nel loop
è un processo, diciamo, obbligatorio di
cui non si può fare a meno, no?
senza un processo affinato di training,
ma soprattutto di validazione di di
questi singoli modelli, non può esistere
una, diciamo, agentic AI che sia
formalmente corretta e soprattutto utile
per il business.
>> Carlo, vabbè, intanto purtroppo il tempo
veramente tirano perché le ti sarebbero
tantissime domande. Mi permetto te ne
faccio una e ti chiedo una risposta
secca. Sì,
>> anticipo, scusate, il tema della
memoria, no? Perché c'è il tema la gente
deve imparare col tempo. Ecco, il vostro
modello è un modello che integra una
memoria, come dire, eh
o no?
>> Sì, assolutamente sì. Questo è il mio
assistente, no? Questa che vedete è una
AI personale mia. Noi abbiamo la
personal, la private e AI, ma anche
proprio la personal AI, cioè è proprio
mia e ha la storia di tutte le
interazioni passate
rispetto alle quali io posso andare a
riprendere.
Addirittura avevo fatto una, diciamo,
analisi delle della previsione delle
azioni. Se io torno su questa chat
riprendo lo stato così com'era, quindi
mantengono la memoria affinandola tra
Chiarissimo, no? Questo è un punto di
mente, come sai, no? cioè che un po' eh
caratterizza e distingue eh come dire un
agenti che rispetto invece un classico
approccio, diciamo, di una di una chat
con un prompt tradizionale. Quindi direi
bene. Allora, io Francesca, non so
adesso come vogliamo per muoverci perché
è veramente un po' tardi, però credo che
siano emersi tantissimi temi e ci ha
preso tanti tanti appunti dagli
interventi, no, di Letizia, di Andrea,
di Caterina, di Carlo, quindi eh però
lascerei spazio magari non so a qualche
domanda eh se abbiamo
>> capirei magari Stefano da quella che
abbiamo in chat che credo sia diciamo eh
comune un po' tutte le storie che ci
hanno che ci hanno raccontato è anche un
po' una provocazione, no? Nel senso che
spesso si parla di quello che è il ROI
delle AI eh all'interno delle corporate,
eh è un approccio corretto, è un
approccio sbagliato rispetto a quella
che è la vostra eh diciamo prospettiva,
come state approcciando, se vogliamo,
anche questa, diciamo, eh domanda, no,
che potenzialmente può esservi stata
fatta anche all'interno delle vostre
realtà eh da parte dei vostri dei vostri
manager o dei vostri gruppi di ricerca,
chiaramente nel caso di di Letizia. Eh,
partirei da Carlo, poi magari facciamo
un breve eh giro di tavolo con la
prospettiva di tutti
>> velocissimamente. Allora, il tema della
ROI è abbastanza presto definire, tant'è
vero che è un po' complesso calcolare
quanto sarà il mio ritorno
dell'investimento, ma la domanda vera,
diciamo, da porsi è quant'è il grado di,
diciamo, aderenze ai miei processi di
business dell'inserire nel processo di
inserire la EI. Quindi è più un tema di
governance, di change management che non
di porsi effettivamente di quanti soldi
rientrerò, perché se, diciamo,
effettivamente è centrato sui miei
obiettivi di business, allora sia
immediatamente,
diciamo, risparmio, se vogliamo, no?
Perché, diciamo, accelera. Abbiamo detto
abbiamo detto più volte che la AI è un
potentissimo acceleratore, purché venga
assegnato un task estremamente
specifico. Quindi nel fare questa demo
potete immaginare che ho ristretto più e
più volte, no?
>> Chiaro.
>> Grazie Carlo. Eh, vedo che Andrea aveva
preso, diciamo, parola. Passerei
passerei a te Andrea.
>> Sì. Eh, è un tema fondamentale
perché molte aziende usano il Roy per
tutti i tipi di investimento, ma
l'intelligenza artificiale non è un
innanzitutto non è un investimento
isolato, cosa che si usa di solito Roi
per questo, eh, ma è una tecnologia
fondamentale com'è stata l'elettricità,
com'è stata internet, quindi cambia il
modo di operare. Da un altro punto di
vista non considera il costo di non
agire, dovrei calcolare errori del del
non agire, ok? Quindi, rimanendo su
logiche, diciamo, su strumenti di
controlling, si dovrebbe andare su
balance core card, bisogna mettere
metter finanziarie, operative, eh
clienti, innovazione, cioè è una cosa
più complessa da valutare, non può
essere un indicatore come
ho sbagliato.
>> Grazie Andrea. Letizia, Caterina,
Letizia, vedo che sei già con No, è
difficilissimo. sono sono tantissimi
tipi di intelligenza artificiale, per
cui
c'è sicuramente una sperimentazione che
darà del waste, diciamo, cioè quindi si
si va spendere denaro magari non
ottenendo esattamente il risultato
ideale, però nel lungo termine è
imprescindibile, credo. Quindi è è come
diceva Andrea, non farlo avrebbe un
costo molto molto più alto. La questione
grossa è questo periodo di
sperimentazione della comprensione di
quale tipo di intelligenza artificiale
se la vogliamo fare in
specifica per noi, quindi creare un
agente che sia,
diciamo, proprio dedicato ad un
particolare ehm segmento del del nostre
attività o se magari vogliamo affidarci
esternamente, quindi i costi chiaramente
cambiano e se ci sono se questi sono
agenti analitici come quelli che penso
che Carlo ci stesse portando a
dimostrazione o più agenti di tipo di di
AI generativa e che sono quelli di cui
parlavamo anche con Andrea di cui
parlava Andrea, diciamo. Secondo me ci
sono molti business case che devono
essere fatti
ad hoc per capire appunto qual è il il
tipo di AI che ci interessa e perché
diciamo che risparmi e che vantaggi ne
avremmo nel lungo termine, quindi a
livello di produttività, di efficienza,
eh di innovazione, quindi di creatività
anche per esempio di cui non abbiamo
parlato tantissimo, però è un altro
aspetto per esempio nel nel nell'Egena,
eh possiamo venire tirare fuori delle
cose che noi non avremmo pensato,
insomma, perché siamo un po' magari
vincolati a quello che facciamo già.
>> Grazie Letizia, passerei magari,
diciamo, un'ultima battuta, Caterina
anche rispetto ai ragionamenti che state
facendo voi al vostro interno.
>> Certo, no, ma sicuramente appunto un po'
mi ritrovo anche con tutti gli spunti e
commenti
fatti dai vari panelist. Ehm, un punto
fondamentale, secondo me, anche a
livello proprio di di Roi eh, legato ai
modelli di AI, alle genti che hai, è
anche un po' un ragionamento, appunto,
eh se vogliamo opportunistico, no, di
market cap, cioè nel senso che adesso
alla fine si ha i modelli di AI sono un
po' inflazionati, così come anche la
stessa eh AI come sottostante
tecnologico è presente in tantissime in
tanti tantissime soluzioni e uno dei
modelli che stiamo anche attuando noi
per nelle decisioni, diciamo, di make
versus buy, quindi quando decidiamo noi
di andare a costruire un agente,
piuttosto che quando ci affidiamo a
qualcosa presente già sul mercato, è
anche legato da una parte alla
strategicità
che ha quel processo al nostro interno e
quanto è già pronto a mercato, perché
ovviamente eh è inutile che andiamo a
replicare qualcosa già di pronto,
efficace, dove c'è knowhow, dove ci sono
dei backlog quando in realtà eh sarebbe
semplicemente uno sforzo ulteriore
maggiore provare a replicarlo e magari
non avere neanche lo stesso lo stesso
output. Quindi eh facciamo un po' di
ragionamenti di questo tipo. Quando
invece ci sono dei processi che le che
riteniamo magari strategici e che sono
legati alla peculiarità nostra aziendale
e che pensiamo che sia una peculiarità a
livello di problematica replicabile e
riscontrabile anche in altre aziende, eh
allora partiamo, diciamo, col con lo
sviluppo Make, però ovviamente quello il
modello che ci guida eh per noi come
duel ventures è quello che sempre il
primo cliente sarà, diciamo, a 2 spa,
quindi Quindi ovviamente noi chi meglio
di noi stessi non può essere il primo
test
per lo sviluppo di di un modello,
diciamo. E quindi
>> diciamo che la soluzione dovete
comprarla prima voi, no? Anche in una
logica di primo market fit se volete
condividerla con chiaramente il resto
poi del
>> della comunità. Eh, aggiungo magari,
diciamo, Caterina, tu hai già anticipato
la risposta alla seconda domanda eh
diciamo che volevamo condividere con con
il tavolo, che è quello quali possono
essere di fatto un po' i driver di una
scelta più di make o build rispetto
invece a una scelta eh di buy. non so
gli altri, diciamo, come eh che tipo,
diciamo, parto magari da Andrea, poi
Carlo, Letizia, se avete chiaramente
anche voi qualche spunto, eh diciamo ci
attacchiamo chiaramente magari alla
commento di Andrea su questo punto.
>> Sì, allora
è quello che ci si chiede tutti i giorni
sicuramente due concetti. Allora, sarà
non esisterà una unica o un'applicazione
intelligenza artificiale, userò solo
questa sarà sempre un mix di tecnologie,
quindi probabilmente ci saranno alcune
cose le aziende dovranno farsi in casa e
alcune cose che compreranno. In
generale. Se se torniamo sul tema della
open innovation, nel momento in cui devo
proteggere noa proprietà intellettuale
eccetera, qualcosa in casa devo farmelo,
perché se vado fuori nessuno mi nessuno
garantisce la totale confidenzi, quindi
devo costruirmi qualcosa di interno, uno
e due verso il make. Comunque un
competence center interno all'azienda
devo farmelo. che anche giocandosi per
farsi una cosa molte volte uno parte dal
gioco, cioè dal testare qualche
applicazione di in casa ormai si può far
tutto anche a costi molto bassi,
conviene dopo uno si accorge che una
cosa la comprava e casomai conviene
farsela in casa, quindi è un divenire,
cioè in questo in questo momento potrei
dirvi delle cose fra un mese dirvi di
qualcos'altro. Quindi è un è un divenire
un competence center interno, quello
secondo me ci deve essere e provare
provare perché veramente si può fare di
tutto ormai a costi bassi.
>> Su questo diciamo aggiungo anche un
commento che mi ha fatto molto piacere
quando ho sentito Andrea diciamo prima,
diciamo, per coordinare un po'
l'intervento di oggi, mi ha detto che
lui tutti i giorni dedica un paio d'ore,
no, ad aggiornarsi. Credo che questo eh
su quelle che sono le evoluzioni, i
trend, le nuove soluzioni che si possono
applicare, questo credo che sia uno
spunto importante, no, da condividere
con con la nostra community, no, che ti
lega proprio questo tema di siamo in
continua evoluzione anche noi,
chiaramente dobbiamo probabilmente
metterci in un mindset che è ancora più
votato, no, al a un learning continuo e
molto più forte magari di quello che
avevamo in passato, no? Eh, su altre
tematiche.
Certo.
>> Carlo Letizia, non so se su questo
temaente sì velocemente immaginare,
insomma. Allora, l'idea del make or buy,
make or buy, in ogni caso, sia se sia io
mi doto di un mio set di strumenti,
quindi sia se porto i large language
model in casa che non,
devo in ogni caso, diciamo,
complementarli da una serie di altri
strumenti quale possono essere appunto
il machine learning ordinario, la
clasterizzazione, la classificazione e
comunque anche usando large language
model, anche comperandoli, nul comunque
devo, diciamo, addestrarli.
Quindi make è dell'infrastruttura,
diciamo, abilitante, dell'approccio
tecnologico modellistico abilitante. Lo
posso fare con Google, lo posso fare con
degli strumenti miei. In ogni caso devo
addestrarli, quindi posso comprare una
soluzione fatta, difficilmente potrò
usare una soluzione fatta. Il famoso
modello pronto è un po' un bias, se
vogliamo oggi, no? un po' una narrazione
condivisa, ma vi posso garantire che lo
stesso cliente any Enel, la previsione
del fatturato in Enel che abbiamo fatto
non può essere usata nello stesso modo
per ENI, banalmente perché hanno
obiettivi di business differenti e
quindi tutta la catena a monte, modelli,
validazione cambia, quindi make or make
or buy. In ogni caso l'addestramento,
quindi tutto il processo del cross
industry standard process for data
mining va va fatto. Torna diciamo il
tema dimmi non esiste un one speed soul
e serve sempre chiaramente approfondire
e customizzare, no? Rispetto al contesto
alla singola realtà. Letizia, chiuderei
con te. Eh, io non una cosa solo a cui
ha accennato Carlo, credo, prima e che
non abbiamo trattato che è importante è
la disponibilità dei dati, cioè questi
modelli imparano imparano su dei dati e
uno dei vantaggi che hanno i provider
esterni o quelli che ci sono stati sono
arrivati per primi è di aver avuto
accesso a enormi
una quantità di materiale incomparabile,
quindi ci sono delle cose che
praticamente hanno senso se sono fatte
fatte da sulla base di dati molto
grandi. Altre aziende che hanno che
curano e hanno accesso a dati curati e
specifici e diciamo che sono ehm
trasworthy, adesso in italiano ogni
tanto, ma ve ne siete accorti, mi
inceppo. Eh, esatto. e che che di cui ci
possiamo fidare e che sono una risorsa
incredibile. Per cui se andiamo
esternamente non è solo la gente il tipo
di modello, ma anche l'accesso al dato e
e praticamente i dati su cui questi
modelli sono stati
addestrati, che è importante. Quindi eh
bisogna fare un ragionamento anche in
questo senso che che è importante.
possiamo avere tanti dati noi che
praticamente sono unici e e è
assolutamente da tenere segreti, però ci
sono c'è accesso altre informazioni a
cui non possiamo arrivare se non tramite
magari un sistema esterno.
>> Grazie, grazie Letizia. Diciamo ci tengo
a ringraziare tutti i nostri ospiti di
oggi, quindi Andrea, Letizia, Carlo e
Caterina. Vi ricordo che il nostro
prossimo appuntamento e ultimo di questo
ciclo di webinar del 2025 si terrà il 12
novembre dove torneremo eh diciamo ad
affrontare, a discutere su quello che è
il tema dell'impatto delle metriche, il
valore dell'open innovation, che cosa
oggi è rilevante per le aziende,
l'abbiamo affrontato in parte anche
oggi, no? Eh, chiaramente dalla
prospettiva di quello che è
l'integrazione dell'AI all'interno dei
processi di innovazione. Ehm, vi
segnaliamo anche che abbiamo aperto eh
due eh iniziative. Eh la prima è quella
legata al raccolta di dati rispetto alle
iniziative di venture clienting dedicata
chiaramente alle corporate italiane.
Quindi su questo, se avete piacere
essere inclusi chiaramente nello studio,
vi invitiamo, diciamo, a supportare la
ricerca e eh a condividere la vostra
prospettiva rispetto a questa
iniziativa. Colgo anche l'occasione,
visto che abbiamo Letizia qua in
persona, stiamo sviluppando uno studio
insieme al al suo team eh legato
chiaramente all'ambito open innovation,
processi di open innovation da parte
delle delle corporate. Se avete
interesse, diciamo, a contribuire anche
in questo caso allo studio, alla ricerca
che stiamo portando avanti, trovate poi
qui un QR code attraverso il quale poi
potrete avere maggiori dettagli rispetto
alla ricerca e tutti i contatti anche
poi per eh entrare in contatto con il
nostro team. Eh ci tengo a condividere
che tutte le slide saranno rese
disponibili, quindi anche Letizia e
Andrea ci hanno dato, diciamo,
disponibilità a condividere con voi il
materiale condiviso oggi. Anche una
logica chiaramente di stimolo, no? eh e
ispirazione poi per quelli che sono le
considerazioni di ciascuno di voi.
Troverete ovviamente tutto online nei
prossimi giorni insieme anche alla
registrazione dell'evento di oggi.
>> Francesca, prima di chiudere, scusami,
non vorrei cientificassimo anche dire
che visto che il tema è così importante,
il prossimo 11 dicembre partirà un nuovo
nostro osservatorio e i fornovation
verticale proprio sull'impatto delle I
sui processi di innovazione. Quindi ci
tenevo anche a ricordarlo a tutti. Non
volevo non volevo fare lo spoiler,
volevo lasciare a te quest'ultima
battuta.
>> Grazie ancora a tutti per aver
partecipato e buona serata.
>> Grazie.
>> Grazie a voi. Buonasera tutti a voi.
>> A tutti.
>> Buona serata.
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Questo webinar esplora l'intersezione tra Intelligenza Artificiale (AI) e i processi di innovazione, analizzando sfide e opportunità. Vengono presentate diverse prospettive: quella business con Andrea Durante (Eldor Corporation), quella accademica con Letizia Mortara (Università di Cambridge) e quelle pratiche dei partner dell'Osservatorio, Caterina Crippa (A2A) e Carlo Consoli (DOS Design). Si discute di come l'AI possa essere integrata nella gestione dell'innovazione, sottolineando l'importanza di un approccio etico e di una profonda comprensione delle sue capacità e limiti. Vengono esplorati i diversi tipi di decisioni che l'AI può supportare, il ruolo dell'uomo nel processo decisionale, e l'impatto dell'AI sui processi di open innovation. Viene evidenziato che l'AI è uno strumento potente per aumentare la velocità e l'efficienza, ma richiede un'attenta governance e un adattamento continuo delle competenze umane. La discussione si conclude con un focus sulla necessità di mantenere il controllo umano e il pensiero critico, evitando la delega cognitiva e ponendo l'accento sulla responsabilità etica nell'utilizzo dell'AI per creare un futuro migliore e più sostenibile.
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